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Mon roi

“Mon roi” è un film che spiega molto bene le dinamiche messe in atto da un narcisista nel rapporto di coppia.

Pochi giorni dopo aver visto il film ho deciso di andare a leggere qualche recensione e la cosa che più mi ha stupito è la descrizione di questo rapporto sentimentale come la storia di un grande amore infine divenuto distruttivo.

Certamente i critici cinematografici non sono tenuti a possedere troppi rudimenti di psicologia ma frasi come “il film aiuta a capire come dall’amore si possa arrivare a contrasti più accesi” sono, a mio parere, molto fuorvianti e possono convincere i più romantici a desiderare un rapporto di coppia così passionale e distruttivo quasi come se un rapporto basato su continui scontri e brusche rotture e coinvolgenti ed emozionanti riappacificazioni fosse indice di un grande amore.

Non è così e il film non racconta questo: il film parla di un rapporto sentimentale abusante e annichilente tra un narcisista affascinante e mondano e la sua vittima, una donna colta e professionalmente risolta ma insicura ed emotivamente segnata.

Il film si apre con Tony che in seguito ad un brutto incidente sugli sci (probabilmente autoindotto) viene condotta in una struttura al fine di essere riabilitata e li avrà modo di ripercorrere tutte le fasi della sua storia “d’amore”….. Georgio, questo il nome del protagonista, viene agganciato da Tony, una donna poco appariscente e non eccessivamente attraente e quando, durante una colazione, questa gli rivela di essere un’avvocatessa e di amare il suo lavoro perché gli da modo di aiutare gli altri, scatta immediatamente il corteggiamento serrato e plateale (Infatti il narcisista non è necessariamente attratto dalla bellezza fisica o almeno non solo, il narcisista è attratto da chi può elevarlo per qualche aspetto e da chi mostra una certa capacità empatica): Georgio dopo il primo rapporto sessuale confida immediatamente a Tony di amarla, dopo poco le chiede di avere un figlio e quando lei rimane incinta si affretta a sposarla. Fin li il rapporto è un’autentica luna di miele ma dopo il matrimonio cominciano ben presto le manipolazioni, gli inganni, le triangolazioni in un’escalation di violenze psicologiche senza fine.

E’ interessante notare come nel corso di tutto il film non si faccia cenno ad alcuna violenza fisica nonostante la protagonista appaia sempre più disperata e fuori di sé al punto da arrivare a prendere psicofarmaci, dimenticare il figlio all’interno di una farmacia, tentare il suicidio etc.; il fatto che non ci siano maltrattamenti fisici è stata, a mio parere, una scelta intelligente perché mette in evidenza quanto gli abusi psicologici e le ferite dell’anima possano annientare una persona alla stregua (se non di più) di schiaffi e percosse.

Il film racconta bene non un amore passionale e tormentato bensì tutto ciò che un amore non dovrebbe essere e che amore non è….

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