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La psicoterapia secondo me..

Questa pagina nasce da un'esigenza personale di riflettere su quello che per me è la psicoterapia e dal desiderio di contribuire ad abbattere i pregiudizi che sono ancora tanto presenti in questo campo. Sono una Psicoterapeuta psicodinamica, il mio approccio, per semplificare, è quello in cui i pazienti, ai fini del buon esito del lavoro su se stessi, dovrebbero rimanere in terapia per molti anni in quanto alla base di questo orientamento c' è un'analisi profonda dell'infanzia del paziente, dei traumi subiti e dei sintomi che hanno condotto l'individuo a sviluppare le proprie nevrosi. Un approccio, a mio parere, tra i più interessanti in quanto consente di intraprendere un viaggio profondo e avventuroso all'interno della propria mente e della propia anima alla scoperta di sé.

Con il tempo ho però cominciato a capire che questo tipo di approccio, per quella che e'la mia esperienza personale e professionale in questo campo, mostra anche delle falle: credo infatti che sia poco produttivo pretendere di svolgere una terapia eccesivamente prolungata negli anni poiche', in questo modo, non si puo' mai davvero capire se i miglioramenti del paziente sono dovuti ad un buon lavoro terapeutico o a situazioni esterne che si evolvono necessariamente e continuamente. Il paziente è cambiato per via della terapia o perchè negli anni le condizioni esterne gli hanno permesso di vivere un'esistenza migliore? Probabilmente per entrambe le cose ma come possiamo saperlo con certezza se non lo lasciamo sperimentare da solo i cambiamenti attuati in terapia?

Un'altra criticità relativa a questo approccio potrebbe essere legata al fatto che, oggi come oggi, un tipo di terapia eccessivamente lunga può risultare anacronistica: il momento storico che stiamo vivendo consente a pochi di poter sostenere a livello economico una terapia settimanale prolungata negli anni, inoltre chi si rivolge ad uno psicologo lo fa per poter risolvere il prima possibile il suo malessere: è chiaro che stabilire i tempi di una terapia a priori è pressochè impossibile perchè la risoluzione dei propri conflitti interiori dipende da svariati fattori quali la capacità di introspezione dell'individuo, la sua motivazione e l'alleanza terapeutica che si instaura con il terapeuta ma, di certo, oltre a facilitare la capacità introspettiva del proprio paziente, aiutandolo a scavare nei meandri della sua mente e delle sue zone d'ombra, un buon terapeuta dovrebbe anche offrirgli degli strumenti pratici da poter mettere in atto nei momenti di crisi e di difficoltà. Per intenderci, se è vero che per arrivare alla comprensione di un sintomo bisogna capirne le origini, è altresì vero che conoscerne l'origine può non essere abbastanza affinchè questo possa risolversi. Offrire delle tecniche e insegnare degli esercizi pratici da mettere in atto può velocizzare di gran lunga il lavoro terapeutico conferendo al paziente una migliore percezione di sé e delle sue capacità di risoluzione dei problemi e aumentando cosi' la sua autostima.

Da qui nasce la necessità di aiutare i miei pazienti attraverso un approccio integrato, utilizzando tecniche appartenenti a piu' orientamenti, sempre rimanendo fedele al mio approccio d'origine, dando quindi particolare attenzione al passato dell'individuo, facendo emergere i suoi conflitti inconsci legati all'infanzia e analizzando e interpretando insieme a lui i sogni che vengono portati in seduta.









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